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Di Francesco: “Niente Shakhtar, penso solo al Torino. De Rossi scosso ma recuperato, Schick gioca” – AUDIO – VIDEO

Il tecnico in conferenza stampa: "Pellegrini recuperato, out Defrel. Dobbiamo sfatare il tabù Olimpico. Astori è stato un avversario esemplare"

Redazione

La Roma vuole dare seguito alla grande vittoria di Napoli di sabato scorso. Per farlo dovrà avere la meglio sul Torino di Walter Mazzarri, che l’ha eliminata dalla Coppa Italia proprio all’Olimpico.

Alla vigilia della sfida con i granata, il tecnico Eusebio Di Francesco risponde alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa di Trigoria.

Comincia il tecnico: "Due parole in ricordo di Astori, oggi ho visto la cerimonia solenne e devo dire è stata una grande emozione. Forte, fortissima, legata ad un ragazzo che ricordo da avversario pulito, bello, esemplare. Volevo abbracciare fortemente tutta la sua famiglia, col ricordo di Davide che è stato veramente emozionante".

Con l'assenza di Dzeko sarà l'occasione per rivedere dal 1' Schick?

Sicuramente sarà titolare della partita perché Defrel ha qualche problemino da smaltire e speriamo di recuperarlo per la partita con lo Shakhtar, però non sarà convocato in questa gara. L'unico attaccante che ho a disposizione è Patrik e giocherà dall'inizio.

Com’è cambiato il Torino da Mihajlovic a Mazzarri?

Non ha cambiato tantissimo il sistema di gioco, durante ha proposto il 4-3-3 che il 4-2-3-1 a seconda anche della situazione della partita. Mazzarri è molto più attento alla fase difensiva, il Torino con Mihajlovic era più aggressivo, veniva a prendere gli avversari. Però ha alternato un po' tutte e due le cose. Conosco Walter, che è un amico e col quale sono conosciuto tantissimo. Con lui non ho dei bellissimi ricordi, mi auguro di poterli sfatare in questa gara.

Qual è il significato dell'impresa di ieri della Juventus a Wembley? Può essere in qualche modo un esempio, una motivazione in più per voi per sedervi al tavolo delle prime 8 in Europa? 

Noi domani abbiamo una partita importantissima che non dobbiamo sbagliare. Siccome vedo la testa e sento un po' troppo parlare di Shakhtar, ti rispondo solo alla partita della Juve ma per la mentalità. Devo dire 'duri a morire', è un po' lo slogan della Juve di ieri. Nella sofferenza ne sono venuti fuori. La resilienza di questa squadra è impressionante, mi auguro che questa mentalità venga trasferita al calcio italiano in generale, a partire dalla mia squadra.

Un'altra spiegazione dal punto di vista tattico su questa Roma a due volti tra rendimento in casa e trasferta. In trasferta nelle ultime 20 ha perso una sola volta, a Torino contro la Juventus. In casa sei sconfitte. Da cosa può dipendere?

Sono numeri importanti, a nostro sfavore in casa. Dobbiamo cercare di cambiare rotta, dobbiamo sfatare il tabù Olimpico, che a livello mentale è diventata una preoccupazione affrontarle in casa. Dipende da tanti fattori, magari dalle partite, non tutte sono state uguali. L'ultima abbiamo meritato di perdere, per approccio e nell'insieme generale per come abbiamo affrontato la gara, in altre occasioni avremmo meritato qualcosina di più. Quello che conta in questo momento è tornare alla vittoria. Facciamo tante valutazioni, ma io dico principalmente e l'ho detto prima della gara di Napoli, è nella testa, nostra testa. E dobbiamo lavorare in questo senso, cercando di affrontare questa gara con la determinazione, la cattiveria e la compattezza avuta a Napoli.

De Rossi come sta fisicamente e moralmente? Sono stati giorni complessi per, sarà della partita o vedremo Gonalons?

Moralmente era un ragazzo non dico distrutto ma molto giù, per quello che è accaduto a Davide, con cui lui aveva molto legato. Dal punto di vista fisico è tornato ieri completamente a disposizione, potrebbe giocare dall’inizio. È a disposizione, totalmente. E non sto pensando, vi assicuro, allo Shakhtar in questo momento.

Lo chiedo in rapporto alla partita col Torino, su quanti cambieranno rispetto alla partita col Napoli. Si è mai pentito dei cambi prima della partita col Torino in Coppa Italia? Quando ci furono dieci cambi e poi le cose andarono male e molti dissero che la colpa fu di quella rotazione selvaggia. Si è mai pentito? C'è aria di tanti cambi?

Sicuramente ho cambiato un po' troppo in quella gara lì, anche se la gara è stata fatta bene, siamo andati in svantaggio, abbiamo preso due gol su palla inattiva con troppa facilità, con alcune disattenzioni da parte dei miei calciatori. Effettivamente il cambiare troppo non ha avvantaggiato e aiutato i miei calciatori, la responsabilità è solo mia e mi sono pentito. In questa gara ci saranno cambiamenti ma non assolutamente in questo modo qui. Valuto, potrebbero essere pochi o solo i due squalificati, non lo posso dire. Sto facendo le mie valutazioni e ora abbiamo l'ultimo allenamento che per me è importante perché mi dà la sensazione anche dell'aspetto fisico di alcuni calciatori.

Dopo la partita col Napoli ha avuto la sensazione che sia scattato qualcosa nella testa dei giocatori per arrivare a quella continuità che lei auspicava?

No, è solo un punto di partenza e quello che ci è tanto mancato nell’ultimo periodo è la continuità. Per quello mi aspetto una risposta a partire da domani, non mi accontento, non sono contento. Col Napoli ero arrabbiato per aver subito il secondo gol, figuriamoci se sto pensando ad una squadra guarita. Dobbiamo dare continuità di risultati e prestazioni, sono convinto che attraverso le prestazioni, l’atteggiamento avuto a Napoli nei 90' o negli 85', possiamo toglierci tante soddisfazioni.

Lei prima dell'ultima conferenza ci aveva detto che El Shaarawy doveva ritrovarsi. Come l'ha visto in questa settimana?

El Shaarawy è uno di quei calciatori che ha avuto un periodo un pochino particolare, non dico buio ma come l'hanno avuto tanti altri. Si sta allenando con grande continuità, bene. Domani potrebbe essere della partita, come ho detto l'altra volta se la sta giocando con Diego (Perotti, ndr) e anche col Torino se la giocherà con Diego. È uno di quelli che potrebbe giocare dall'inizio.

Sulla solidità difensiva: la Roma per gran parte della stagione ha avuto la miglior difesa del campionato, adesso un po' meno ed Alisson col Napoli ha fatto 12 parate. È cambiato qualcosa dal punto di vista della fase difensiva? Pellegrini come sta?

Pellegrini come De Rossi, è recuperato, ieri si è allenato con la squadra e sarà sicuramente a disposizione per la partita di domani. Per quanto riguarda la fase difensiva  sicuramente abbiamo concesso di più del solito nell’ultimo periodo agli avversari e su questo stiamo lavorando. A Napoli abbiamo trovato una squadra che mette tutti in difficoltà, la forza è stata quella di ribattere colpo su colpo. Quello di cui sono contento è che riusciamo a segnare con più facilità, ed è quello che un po' ci era mancato. Posso dare qualcosa di meno, dare qualcosa in più agli avversari in fase difensiva, ma voglio di più in fase offensiva. Anche se come ho detto non ero contento del secondo gol preso, è un po' scesa la determinazione, l'attenzione e la compattezza in alcuni momenti della gara. Ma analizzando la gara di Napoli ci sono stati degli errori ma tante giocate di alta qualità del Napoli.

Lei dice spesso ‘vorrei che la Roma giochi il mio calcio’. Quante volte l’abbiamo vista quest’anno?

È sbagliato dire ‘il mio calcio’. Credo in una tipologia di calcio. Nel senso aggressivo, la capacità di stare nella metà campo avversaria che non sempre ti viene permesso come a Napoli, in alcuni momenti ci siamo arretrati e abbassati per la forza dell'avversario. Però non sempre ti puoi permettere di poter esprimere quello che è il tuo calcio. La mia squadra l’ha fatto non con continuità, per questo torno a dire che l’ha fatto poche volte nelle partite importanti. Noi allenatori diciamo ‘il mio calcio’, a me un giorno spiegarlo realmente quello che è il mio calcio: c'è stata qualche occasione di parlare con i giornalisti, per quelle che sono le mie idee e quello che voglio portare. Non sempre riesce, anche per caratteristiche dei calciatori che hai a disposizione e a volte perché non riesci a trasmettere totalmente il tuo pensiero. Dobbiamo ancora lavorare tanto per quello che è il mio pensiero ma lavorare tanto sul campo e negli allenamenti per poter ancora di più condividere le mie idee. Non siamo ancora arrivati realmente a quello che io vorrei.

Le chiedo le condizioni dal punto di vista atletico e tattico di Jonathan Silva. C'è la possibilità di vederlo qualche minuto, o dal primo minuto o a risultato acquisito?

Sicuramente non è pronto per giocare dall'inizio, però si sta allenando con grande continuità, anche bene. Viene da un infortunio lungo, che non gli ha permesso di allenarsi con continuità e perché il ginocchio è un po' particolare, ci vuole un periodo di adattamento e lui lo sta avendo . Magari poterlo schierare a partita acquisita, significherebbe che che un risultato messo in salvo.

Ha parlato della possibilità di vedere De Rossi dal 1' a centrocampo, magari con Pellegrini. Visto che quella di Napoli è stata una partita dispendiosa, uno tra Strootman e Nainggolan potrebbe riposare in vista dello Shakhtar? A chi concederebbe qualche minuto per rifiatare?

Non lo so, perché sto pensando al Torino sinceramente. Credo che sia giusto così. Farò le mie valutazioni in base a quella che riterrò la squadra più opportuna per affrontare il Torino, poi penseremo allo Shakhtar. C'è una differenza quando si gioca venerdì a martedì, ci sono quattro giorni. Solitamente quando giochi sabato-martedì cambia un pochino. Le valutazioni vanno fatte diversamente, ci sono meno ore di recupero. In questo caso il tempo di poter recuperare dalla partita col Torino c'è e le mie valutazioni vanno in base a chi ritengo sia a livello tecnico-tattico i giocatori idonei per affrontare il Torino.

Ad inizio stagione ci ha raccomandato spesso alla cautela nell'approccio mediatico nei confronti di Schick, forse perché ha avuto quest'estate un periodo irregolare dal punto di vista degli allenamenti. Se la sente di definirlo oggi al 100%?

A livello fisico sicuramente sì ma anche a livello mentale è cresciuto tantissimo, nella ricerca di quello che vorrei da lui durante le partite manca ancora qualcosina. È un giocatore di grandissima disponibilità, col desiderio di sacrificarsi e mettersi a disposizione dei compagni. A volte fa corse in più e non in meno rispetto a quelle che vorrei, significa che ha dedizione nei confronti della squadra. Ricordiamoci che Patrik viene da una squadra, la Sampdoria, dove neanche lì ha fatto 38 partite su 38 con grandissima continuità. È un giocatore che si sta pian piano adattando a questa squadra e quest'ambiente e ai propri compagni. Vi assicuro che ha qualità importanti.