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Di Francesco: “Troppo tardivi nelle reazioni, ma siamo in crescita. Sousa? Non mi interessa” – AUDIO – FOTO – VIDEO

LaPresse

Il tecnico giallorosso presenta la sfida in Champions League contro il Cska Mosca: "Florenzi alto è un'opzione, possibilità per Kluivert dal 1'. Per diventare grandi dobbiamo migliorare negli atteggiamenti durante un partita e non fermarci alle...

Redazione

Di Francesco spera ancora una volta nella trasformazione. La Roma balbettante in campionato torna nella competizione che l'ha esaltata nell'ultimo anno: in testa alla classifica insieme al Real Madrid, i giallorossi si preparano ad affrontare il CSKA Mosca (domani ore 18.55) dopo il 3-0 dell'andata. Una vittoria vorrebbe dire mettere un piede agli ottavi di finale, per giocarsi il primo posto all'Olimpico contro i Blancos. Dopo essere atterrata ieri in terra russa, oggi è il giorno di vigilia: alle 13 (le ore 15 in Russia) Di Francesco ha presentato la sfida in conferenza stampa dal Luzhniki Stadium, al suo fianco Edin Dzeko. Poi sarà la volta della seduta di rifinitura.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

È più ipotizzabile una formazione con controllo della partita, quindi magari una squadra più equilibrata con Florenzi alto, o una formazione più aggressiva per chiudere la questione qualificazione, con una fascia destra un po’ più offensiva con Florenzi basso ed un esterno con caratteristiche offensive?

Al di là del discorso se possa giocare Florenzi basso o alto, non è quello che fa la differenza dell’essere aggressivi. Anzi, al contrario potresti essere aggressivo perché cambi e metti un giocatore più di gamba e che è abituato a difendere, al contrario di chi è più abituato ad attaccare. Questo è relativo, e la dimostrazione c’è stata anche contro la Lazio e in altre gare. Ritengo che si possa optare per qualsiasi cosa, perché anche quella di Florenzi alto è un’opzione ed è una cosa che già ho fatto, ma non deve cambiare la mentalità. Il desiderio di non pensare di controllare le partite è l’errore più grande che potremmo fare, dobbiamo essere bravi ad impattare bene sulla gara, per poi magari capire durante la partita quali sono le situazioni e le soluzioni giuste da poter trasmettere alla squadra. Ma come identità e come idea non dobbiamo perdere il desiderio di poter far male agli avversari.

Non l’abbiamo sentita dopo Firenze, ma lo stato d’animo della Roma è stato chiarissimo: una squadra, una società e una tifoseria che si sente danneggiata. Qual è il suo stato d’animo? Cosa c’è domani da mettere in questo senso? C’è anche una rivalsa? Ci sono altre cose da sottolineare rispetto a Firenze che sono rimaste un po’ nell’ombra rispetto al caso del rigore?

Credo che le immagini del caso di Firenze parlino chiaro, nel senso che abbiamo preso un calcio di rigore che non c’era e questo ha un po’ condizionato la squadra. Io invece guardo sempre l’aspetto di crescita di questa squadra: quello in cui dobbiamo migliorare è che non dobbiamo fermarci agli episodi, nel senso che la squadra avrebbe dovuto reagire ugualmente, anche se quella del rigore era una cosa che non si aspettavano. Abbiamo aspettato troppo per ricominciare a giocare per quello che avevamo fatto per la prima mezz’ora a Firenze, dove la squadra sembrava in dominio della gara e avrebbe potuto fare gol da un momento all’altro. Abbiamo aspettato un po’ troppo per rigiocarla e non abbiamo pensato di pareggiarla e magari anche di andarla a vincere, come abbiamo fatto nel finale. Siamo stati un po’ tardivi, ed è una cosa che ci accade un po’ spesso. È successo anche con la Spal, dove abbiamo avuto diverse occasioni fino al momento in cui abbiamo preso il gol, abbiamo preso il calcio di rigore e gol e non abbiamo reagito nel modo giusto. Dobbiamo pensare a questo percorso di crescita in cui dobbiamo migliorare. Stessa cosa può accadere in Champions e in altre occasioni, e noi per diventare grandi, o per lo meno per crescere in questo momento in cui abbiamo pochi punti in campionato, dobbiamo anche migliorare negli atteggiamenti durante la partita e non fermarci alle proteste, ma pensare a giocare.

Psicologicamente come sta questa squadra? È vero che scatta qualcosa di diverso in Champions League, però quest’alternanza condiziona un po’ psicologicamente. Che tipo di lavoro ha fatto?

Non penso che sia finita, stiamo continuando a fare qualcosa. In campionato abbiamo ancora 27 partite da giocare, che non sono poche, e dovremo essere bravi poi successivamente a riprendere il cammino. Ma anche domani dobbiamo dimostrare che realmente in Champions stiamo facendo un altro percorso. Abbiamo questa occasione per dimostrare di essere presenti. Credo che questa squadra da un punto di vista fisico, dell’atteggiamento in generale e della crescita del sistema di gioco si stia vedendo, anche se non abbiamo grande continuità. Questo lo ribadisco sempre, perché credo che alla lunga faccia la differenza. Anche per grandi squadre che spesso riescono a vincere anche al 97esimo o vincono di misura è anche una questione di mentalità. Noi dobbiamo essere bravi a migliorare e a credere ancora di più nei nostri mezzi, che sono importanti se ci uniamo e non ci fermiamo agli episodi o ai piccoli particolari che possono condizionare poi la gara, questo è un aspetto mentale fondamentale.

Ieri Paulo Sousa ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato anche della Roma. Le hanno dato fastidio quelle parole?Le ha trovate inopportune? Oppure secondo lei è normale che un allenatore svincolato parli così di una panchina che comunque è ambita come quella della Roma?

Sinceramente non mi interessano assolutamente niente le dichiarazioni di Paulo Sousa, non le ho neanche sentite e me le hanno riferite. Però io ho altre cose a cui pensare molto più importanti, ovvero alla partita di domani. Lascio a voi il compito di scrivere e pensare quello che volete. Sta a voi dire se è istato ndelicato o meno un qualcosa del genere, visto che siete così bravi a leggere nel pensiero di tanti, e magari anche nei miei.

Nelle varie rotazioni che ci sono state, dall’idea che aveva della Roma in estate a quella che è adesso, c’è un gran tourbillon soprattutto in mezzo al campo. Adesso si sta vedendo una mutazione, per cui la prova dei fatti è diventata che Pellegrini che in questo momento viene utilizzato più volentieri davanti e Cristante potrebbe essere utilizzato accanto a Nzonzi come mediano davanti alla difesa. Che cosa è cambiato? Perché è successa questa cosa, oltre al fatto di aver visto che Lorenzo Pellegrini può fare molto bene in quel ruolo?

Vedevo che avevamo difficoltà principalmente a creare della pressione e ad avvicinare dei giocatori a Edin, ci appiattivamo troppo. Questa è una scelta legata al fatto che vedevo che la squadra appiattendosi non riusciva più a ripartire e ad essere aggressiva in un certo modo, quindi abbiamo migliorato determinati meccanismi, ci abbiamo lavorato bene. Devo dire che i giocatori stanno facendo molto bene in certe situazioni, come Lorenzo Pellegrini che a Firenze solitamente, quando Nzonzi rimaneva più basso, si alzava e diventava una sorta di secondo trequartista o di mezzala, cercando di creare sempre dei triangoli offensivi, e questo la squadra lo sta facendo bene. Siamo usciti spesso dalle pressioni della Fiorentina giocando benissimo tra mediano e trequartista. E più che altro riesco ad avvicinare un pochino un giocatore a Edin in modo tale da permettergli di svariare un po’ in certi momenti della partita, e questo a lui piace in questo momento. Poi magari bisogna cercare di farlo tornare a segnare un po’ di più, non solo in Champions ma anche in campionato.

Cambierà qualcosa in attacco? Anche perché il portiere del Cska è un gran portiere.

Sicuramente cambierà qualcosa visto che è un portiere molto esperto e che sa giocare sia con i piedi che con le mani in maniera differente dagli altri. È un ottimo portiere e noi dovremo stare attenti perché sa far partire benissimo l’azione da dietro, sia con le mani che con i piedi. Questo cambierà. Per quanto riguarda gli attaccanti, non è che li cambio perché cambia il portiere, li cambierò in base a quelle che sono le mie esigenze e le scelte legate a questa gara.

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A parte il freddo, che insidie vedi in questa partita di ritorno qui a Mosca?

Siamo arrivati prima anche per adattarci al freddo e alla temperatura. Le insidie della partita? Loro sono molto bravi con i due trequartisti Vlasic e Dzagoev e con l'attaccante bravissimo ad allungare la squadra. Hanno giocatori di qualità, hanno tanti giovani  ma hanno anche esperienza dietro e lateralmente. È una squadra pericolosa, lo ha dimostrato col Real, ma noi dobbiamo interpretare la gara ancora meglio di come abbiamo fatto a Roma, specialmente nell'impatto a inizio gara che sarà determinante per il risultato. Loro sono stati molto bravi col Real a essere aggressivi inizialmente e a trovare gol su una pressione. Ci dobbiamo aspettare anche questo visto che ci sarà un gran pubblico.

Per giovani come Kluivert quella di domani può essere la serata giusta?

Come vedete non ho avuto paura a buttare dentro i giovani, dipende sempre dalle situazioni. Kluivert è uno di quelli che potrebbe giocare dell'inizio, non vi dovete meravigliare se partirà dal 1'. Può essere una delle scelte iniziali.

Come si vivono questi momenti di alti e bassi? Ci si abitua mai?

Ovviamente sarebbe piacevole rimanere sempre in alto, ma viviamo di alti e bassi, specialmente in questo inizio di stagione. Mi vorrei riabituare in maniera differente, questo è sicuro. Per poterlo fare bisogna continuare a credere in quello che si propone, cercare di convincere ancora di più la propria squadra in quello che si fa, e poi portare a casa dei risultati importanti che possono essere determinanti. Edin prima ha parlato di Schick, dicendo che un gol può cambiare la dinamica e il percorso di un calciatore. Prima di tutti lui sa che è fondamentale. Stessa cosa vale per noi. Vincere partite importanti ci potrebbe ridare grande fiducia. Questo non è accaduto, ma ci siamo andati molto vicini a Napoli, una partita molto importante, o in altre situazioni. I risultati sicuramente ci aiuteranno a risalire la china. Il mio lavoro? Sono sereno di farlo nel miglior modo possibile, il primo pensiero è quello di preparare al meglio la partita di domani.

DI FRANCESCO A ROMA TV

"Ovviamente dobbiamo crescere sotto tanti punti di vista e non fermarci. Dobbiamo crescere dove facciamo errori, ma c'è anche qualcosa che ci viene tolto. Dobbiamo essere bravi a rimanere in partita e ad avere maggiore continuità. Siccome domani è una partita fondamentale per la qualificazione, non possiamo che impattare alla grande e con grande determinazione".

Psicologicamente come sta la squadra?

Ha voglia di rifarsi, di andarsi a riprendere quello che sta lasciando per strada in campionato. Domani ci sarà l'occasione per poterlo fare per poi ricominciare in campionato non dico con una testa differente, ma con maggiore continuità.

Guai a pensare alla gara di andata.

Sì, sarà una gara differente. Ritroveranno anche il portiere, vi assicuro che è un ottimo portiere che ha la capacità di ribaltare l'azione con grande velocità sia con le mani che con i piedi. Dobbiamo avere massima attenzione. Poi giochiamo fuori casa in un ambiente e in un clima a cui siamo meno abituati.

Dzeko ha detto che può essere una gara decisiva per il passaggio del turno. È così?

È una gara importantissima, se non è decisiva è sicuramente importante. Per questo domani bisogna impattare alla grande e con grande determinazione.