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Cristante: “Roma il posto giusto per me: quando è arrivata l’offerta non ho esitato” – AUDIO – FOTO GALLERY – VIDEO

LaPresse

Il centrocampista ex Atalanta sceglie il numero 4 si presenta alla stampa: ecco la sua prima conferenza da giallorosso

Redazione

Dopo Coric, Bianda e Marcano, oggi è il turno di Bryan Cristante: alle 12 il centrocampista ex Atalanta è intervenuto in conferenza dalla sala Champions di Trigoria per presentarsi alla stampa. L'azzurro - che ha scelto il numero 4 lasciato libero da Nainggolan - è approdato alla Roma grazie ad un'operazione da 30 milioni di euro totali. Al suo fianco il ds Monchi.

Ecco le parole di Cristante:

Lo scorso anno con l'Atalanta ha affrontato la Roma di Di Francesco. Che impressione le aveva fatto da avversario?

Buongiorno a tutti, intanto ringrazio il direttore per le belle parole. La Roma mi ha fatto sicuramente una grande impressione, il mister ha fatto un gran lavoro e si è visto, i risultati sia in Champions che in campionato l’hanno dimostrato.

Primi allenamenti con i compagni e con Di Francesco. Cosa le ha chiesto il mister nello specifico?

Ancora siamo all’inizio, sono i primi giorni, ci stiamo rimettendo un po' in moto e ci stiamo riattivando. Però ci ha già fatto vedere e ci ha già dato un input delle sue idee e di quello che vuole, cioè di giocare un bel calcio e della pressione alta. Adesso avremo tempo per lavorarci bene e per metterci a completa disposizione.

La Roma quest'anno sta cercando di aumentare la quota gol dei centrocampisti. Lei lo scorso anno è andato in doppia cifra. È questa la sua missione: portare più gol in un reparto in cui Di Francesco cerca soprattutto inserimenti?

Il mio obiettivo qui è fare bene, il meglio possibile, poi ovviamente i gol sono solo d'aiuto per le prestazioni. Quindi se si portano dei gol è un aiuto maggiore alla squadra. Per cui sì, anche questo fa parte del mio obiettivo qui.

Cosa è cambiato nella sua carriera all’Atalanta? Perché ha avuto un inizio scintillante nel Milan ma poi ha avuto qualche difficoltà qua e là. All'Atalanta, invece, è diventato un giocatore fortissimo, formidabile.

È stata la crescita normale di un giovane. Ho fatto le mie esperienze e tutte mi hanno dato quel qualcosa in più. Quindi quando sono arrivato all’Atalanta si vede che ero nel momento giusto per poter esprimere il mio potenziale. Poi sono stato aiutato sicuramente da un bell'ambiente e da un grande allenatore. Ma penso che tutto il percorso che ho fatto mi abbia dato una mano per trovarmi in quella situazione.

Il suo nome in un periodo dell'anno è stato accostato alla Juve, ma anche alla Lazio, si parlava quasi di affare concluso. Quanto c’era di vero? Se sì, perché ha scelto la Roma?

Non ho mai guardato più di tanto le notizie, i giornali e varie TV. So solo che c’è stata questa offerta della Roma e io non ho esitato, perché penso che questo sia il posto giusto per me, per la crescita che sta avendo la società, per l’allenatore che c’è e per tutto il resto. Quindi come c’è stata questa offerta, sono corso qui perché, ripeto, credo sia il posto giusto per me.

Lei potrebbe essere il centrocampista più caro della storia della Roma come costo iniziale. Questa è una cosa che può darle maggiori responsabilità, potrebbe essere un incentivo o un peso?

Innanzitutto i tempi sono un po' cambiati, diciamo che col mercato di adesso i prezzi sono più alti, quindi secondo me non si può fare questo paragone. Però la vivo normalmente, so che devo fare bene, so che devo e posso crescere ancora tanto e devo dimostrarlo qui adesso.

Quello che si diceva una volta per gli attaccanti di Zeman, forse si può dire anche per i centrocampisti di Gasperini. Cosa dà Gasperini ai suoi centrocampisti? Cosa le ha fatto rendere così tanto, al di là della sua maturazione personale? Cosa le ha dato in più lavorare con un tecnico simile?

Sappiamo che mister Gasperini è un bravissimo allenatore, soprattutto coi giovani. Dà una grossa mano a crescere ancora di più. A parte il lavoro e forse il gioco che ha, non penso ci siano pozioni magiche. Basta continuare a lavorare e continuare a crescere e si può fare bene anche nelle squadre in cui si arriva dopo.

Ha paura che passare dal sistema di Gasperini alla Roma possa comportarle qualche problema? C'è il caso di Gagliardini all'Inter e Kessie al Milan.

Sono tranquillo. Come ho detto prima, penso che lavorando nel modo giusto, abbiamo un grande allenatore che sa valorizzare centrocampisti e mezzali, lo ha già dimostrato. Con il lavoro e con la voglia, si può e si deve fare benissimo anche qui.

Sceglie un numero di maglia abbastanza pesante, era di Nainggolan. Sente il peso di questa responsabilità, soprattutto nei confronti dei tifosi?

Nei confronti dei tifosi c'è in qualsiasi caso: chiunque arriva deve dimostrare ai tifosi e deve giocare anche per loro. Ma a livello di peso non lo sento. Non arrivo qui per fare la guerra a qualcuno che c'è stato, ma per fare il mio percorso, per crescere ancora tanto, per lavorare e per fare bene. Penso a me stesso e al presente.

Cosa non ha funzionato in Portogallo?

Ero un giovane di 18 anni che arrivava in uno dei top club europei. Non sono andato là con l'obiettivo di diventare il titolare fisso. Il mio obiettivo era uscire, continuare il mio percorso di crescita e farmi le mie esperienze. Così è stato. Quando è arrivato il momento in cui avevo voglia di giocare, sono uscito. Non sono andato lì con l’obiettivo di diventare il titolare fisso inamovibile dopo un mese che mi trovavo al Benfica.

C’è un calciatore con cui potrà creare un rapporto sul campo come quello che aveva col Papu Gomez? Magari Pastore?

Ci sono tanti grandi campioni qui alla Roma. Sicuramente non sarà difficile trovare chi ti mette le palle giuste. Adesso sono i primi giorni, ancora non saprei dire un giocatore. Ce ne sono tanti, davvero tanti forti, sicuramente qualcosa si farà.