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Conte, e quella sana voglia di diventare antipatici

L’ex ct azzurro metterebbe d’accordo tutti, ricompatterebbe un ambiente diviso tra guelfi e ghibellini e porterebbe una mentalità vincente che a Trigoria manca dai tempi di Capello

Francesco Balzani

Nella primavera del 1999 il volto di Fabio Capello non era certo tra i più simpatici. Per cinque anni, infatti, il Milan aveva ucciso il campionato e l’aria da vincente arrogante di Don Fabio piaceva solo a chi poteva goderne da vicino. In quella calda estate Franco Sensi decise di calare il jolly. Simpatico Mazzone, spettacolare Zeman ma ora serviva un grande nome per far sognare i tifosi e ostacolare la Lazio di Cragnotti. Serviva un colpo visto che non si vinceva un trofeo dal 1991. In un giorno di fine maggio radio e tv diedero la notizia: la Roma ha preso Capello. Sei miliardi di lire a stagione più una casa da tre miliardi all’Aventino. Mai il club aveva speso tanto per un allenatore. Nella primavera del 2019, esattamente vent’anni dopo, i problemi sono gli stessi: simpatico Di Francesco spettacolare (nemmeno troppo) Spalletti e nessun trofeo dal 2009. Serve il colpo di teatro, serve l’antipatico di turno per riporre una volta per tutte quello striscione evitabile: “Mai schiavi del risultato”. Chi meglio di Antonio Conte? Senza squadra, voglioso di tornare in Italia e vincente da morire nella prima fase del dominio juventino in Italia. L’ex ct azzurro metterebbe d’accordo tutti, ricompatterebbe un ambiente diviso tra guelfi e ghibellini, toglierebbe qualsiasi alibi ai giocatori, provocherebbe un effetto boom sugli abbonamenti e (soprattutto) porterebbe una mentalità vincente che a Trigoria manca proprio dai tempi di Capello. Basterà però un lauto stipendio? No, e non bastò nemmeno a Don Fabio che chiese un intervento massiccio sul mercato. In due anni arrivarono Montella, Nakata, Batistuta, Samuel ed Emerson. Forse Antonio si accontenterebbe di qualcosa in meno. A garantirgli la serietà del progetto, infine, ci sono amici fidati come Petrachi, Totti e De Rossi. Insomma c’è tutto per iniziare a sognare. Per una volta: non svegliateci!