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Brasile, Taffarel: “Alisson tra i primi tre al mondo. Con la Roma è cresciuto tantissimo”

Dal ritiro della Seleçao parla il preparatore dei portieri: "Il mondiale ci darà le indicazioni su chi è il più forte di tutti"

Redazione

Nel secondo giorno di ritiro in conferenza stampa parla Taffarel, il preparatore dei portieri della nazionale brasiliana: “La scelta finale è sempre di Tite. Quando è stata fatta la lista dei convocati il Ct ha sempre ammesso di avere in testa già alcuni giocatori sicuri del posto, Alisson e Ederson stavano dentro la lista, e di conseguenza sarebbero stati il primo e il secondo portiere. Cassio si è unito a loro e questo non vuol dire che sarà il terzo o addirittura il primo. Dipenderà tutto dal lavoro. Li vedo tutti e tre superiori agli altri candidati. Alisson, per la sequenza di partite disputate, per il lavoro svolto con la Roma, credo che sia tra i migliori portieri del mondo, è cresciuto tantissimo e abbiamo scommesso su di lui fin da quando era riserva nella Roma”.

Poi rivela un particolare:“Vedo negli occhi dei nostri tre portieri l’entusiasmo che avevo io quando disputai il mio primo mondiale nel ’90, la loro allegria di far parte di questo gruppo, il momento che stanno vivendo. Loro sono qui proprio per questo, ci danno la tranquillità di poter contare su di loro. Hanno l’esperienza e tutte le caratteristiche per poter difendere bene il Brasile. Noi sappiamo che oggi la scuola di portieri brasiliana è di alto livello, ed è molto riconosciuta all’estero. Vogliamo dimostrare a tutti che siamo sulla strada giusta”.

Qual è a suo avviso il miglior portiere del mondo?

“E’ difficile dirlo. Fino a poco tempo fa parlavamo molto di Neuer. Alisson oggi è quasi ai suoi livelli, ha lo stesso tipo di gioco, sicurezza ed è perfetto nel giocare con i piedi. De Gea è un altro tra i primi, ma nel Mondiale avremo una idea di chi può essere considerato il migliore di tutti. Nell’ultima Coppa del Mondo Neuer dimostrò di essere il più forte di tutti”.

Poi ancora su Alisson: “La sua grande forza e principale caratteristica è la personalità. Questa lo ha aiutato a superareil momento di difficoltà quando ha trascorso la stagione da riserva nella Roma. All’inizio forse è stato difficile, ma lui dava il massimo negli allenamenti, sapeva che doveva prepararsi al meglio. Questa forza lo ha aiutato a mantenere la concentrazione, sapeva che doveva farsi trovare pronto per la nazionale brasiliana. Ha avuto molta forza dentro per superare tutto. La fiducia che gli abbiamo dato a fatto il resto. Potevamo dire che non avrebbe potuto giocare in nazionale visto che non giocava nella Roma. Ed invece no. Noi eravamo sicuri che lui stava dando il massimo in Italia. Alisson ha disputato partite eccezionali qui con noi. Da fuori la gente non riesce a capire cosa può dare un giocatore alla nazionale brasiliana. Mi ricordo che Dunga, quando aveva intenzione di far diventare Alisson titolare, mi domandò se contro l’Argentina lui sarebbe stato pronto a giocare. Io gli risposi che lo poteva mettere in qualsiasi partita perché ormai era pronto. Noi avevamo già molta fiducia in Alisson, mancava solo l’opportunità di schierarlo titolare. E così è stato”.

Dopo averlo allenato con l’Internacional, lo ha ritrovato in nazionale...

“Provo un misto di felicità e di motivazione nel sapere che ho lavorato con Alisson ragazzo a Porto Alegre e me lo ritrovo ora come professionista. Ho partecipato alla sua prima convocazione in prima squadra con l’Internacional, e dell’esordio da titolare. Sono a conoscenza della sua evoluzione. Noi abbiamo contribuito alla sua formazione, ma da quando è andato alla Roma lui è cresciuto tantissimo. In relazione al gioco, alla copertura in uscita dai pali, nel gioco con i piedi, nella forza , nel posizionamento lui ha fatto passi da gigante. Oggi lui è molto più preparato per giocare nella Seleçao”

Massimo Limiti